Lucia Martina Gentile nasce l’11 Gennaio del 1994 nella città di Ragusa, vive attualmente a Marina di Ragusa, una località turistico balneare. Basa i suoi studi liceali sulla psicologia e sulla pedagogia conseguendo il diploma quinquennale. Interessata al mondo del turismo, affina le sue competenze linguistiche frequentando corsi di lingua inglese che, le permetteranno di raccogliere ulteriori esperienze come organizzatrice e responsabile dell’accoglienza turistica, lavorando per due anni presso una struttura ricettiva extra alberghiera. Nel 2016 appaga la sua prima vera passione iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti di Catania. Frequenta attualmente il corso di pittura, dove ha modo di sperimentare la pittura ad olio, alla quale si appassiona sin da subito. Primariamente rappresenta anatomie femminili tormentate, prediligendo l’utilizzo di colori contrastanti. Nei suoi dipinti può essere facilmente percepibile la sofferenza, parte essenziale della vita, includendone le varie sfaccettature. Nel 2018 partecipa alla mostra “TA ERO-TIKA’” presso la libreria Prampolini di Catania a cura di Salvo Russo, docente di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Nello stesso anno partecipa alla mostra itinerante “Lorem Ipsum, il libro e il quadro” presso la galleria d’arte “OZ” di Nicolosi, la Biblioteca Comunale di Aidone e i Dammusi di Palazzo Nicolaci a Noto a cura di Salvo Russo, docente di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, Michele Romano, Liborio Curione e Luca Lombardo. Oggi l’artista, nonostante sia alle sue prime pennellate, riesce a far emergere un profilo autentico che rende incisive le sue opere.
Ispirata al romanzo “La lettera scarlatta” di Nathaniel Hawthorne. È il 1692 quando Hester, moglie di un noto medico e Dimmesdale, un colto teologo, consumano la loro passione in gran segreto. L’artista non ha voluto cogliere il momento del peccato, ma bensì ciò che è rimasto: la quiete prima della tempesta. La passione che c’è stata è rappresentata dal lenzuolo rosso in contrapposizione alle lenzuola blu, che rimandano ad una sensazione di freddo come quella società puritana che ha condannato in modo gelido quella donna, additandola e costringendola ad indossare quella lettera che l’accompagnerà per tutta la sua vita.